1 – La persona deve realizzare metaforicamente le predizioni o le pulsioni
I genitori che usano contro i figli in età infantile termini, frasi o parole deleterie, creano una vera e propria predizione nel figlio, che in età adulta si sentirà in dovere di realizzare ciò che gli è stato pronosticato. Quando un genitore dice: “Se ti tocchi il sesso diventerai un prostituta”, o “Se non farai il lavoro di tuo padre, morirai di fame tutta la vita” o “Se non fai il bravo, quando diventerai grande ti metteranno in carcere”, il figlio, angosciato inconsciamente da questo “comando”, si sente in obbligo di seguire quanto previsto dal genitore. Il modo migliore per liberarsi di una predizione o una pulsione, è metterla in atto metaforicamente.
2 – La persona deve fare ciò che non ha mai fatto
La famiglia, in associazione con la società e la cultura, ci veste con numerosi abiti: mangiamo gli stessi tipi di alimenti, abbiamo un numero limitato di precetti, idee, sentimenti, gesti e azioni. Per guarire bisogna cambiare il punto di vista di se stessi verso se stessi. Carlos Castaneda, chiamò a se un suo discepolo – direttore di un periodico – e gli impose di andare per strada a vendere giornali. Gudjieff invece, esigette che un suo alunno, fumatore incallito, smettesse di fumare, altrimenti non avrebbe più potuto seguire i suoi insegnamenti. L’alunno lottò duramente quattro anni per riuscire a liberarsi totalmente del fumo e quando fiero e orgoglioso di se stesso ritornò da Gurjieff, questi lo guardò e disse: “Bene, ora poi tornare a fumare”.
È necessario che si vada contro di se, per raggiungere se stessi.
3 – La persona deve comprendere che quanto più è duro e difficile l’atto, tanto più è efficace il suo risultato
Per guarire o per trovare una vera soluzione ai propri problemi, è necessaria una ferrea forza di volontà. Non poter fare ciò che desideriamo, ne non fare ciò che non desideriamo, provoca in noi una grande mancanza di autostima, capace di ingenerare depressioni e gravi malattie. Lottare intensamente per giungere ad una meta che ci pare impossibile, aumenta la nostra energia vitale. Dopo tanto impegno nel realizzare atti talvolta molto difficili o causa di attrazione sociale, la nostra personalità individuale sfuma, lasciando spazio all’essere essenziale e impersonale.
4 – La persona deve sempre terminare l’atto in forma positiva
Aggiungere male al male non serve a nulla. Nelle pratiche del regime Kosher ebreo, quando gli strumenti che sono a contatto con prodotti lattei, toccano prodotti di carne animale divenendo impuri, si scava un fosso nel terreno e si seppelliscono per diversi giorni, per poi essere dissotterrati in quanto la terra li ha purificati. In questo stesso modo, molte volte la persona deve sotterrare oggetti, foto, abiti, che sono serviti per atti di liberazione dalla sofferenza, piantando una pianta o dei fiori come simbolo di rinascita e di purezza. L’atto psicomagico deve convertire la sofferenza in qualcosa di positivo e amorevole. L’odio è un amore che non si è sviluppato per cui non può essere corrisposto. Leggendo un atto psicomagico è possibile che la persona sia inizialmente portata a pensare che metterlo in pratica sia impossibile, ma per esperienza, si può constatare che quando si comincia un atto psicomagico, si produce una misteriosa relazione tra l’intento individuale e il mondo esterno.