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Cosa ne sai tu dell'amore?

La gente parla, parla, parla.
ma qualcuno pensa davvero a quello che dice?
ci crede davvero?
ho passato alcuni giorni al mare con degli amici e bè, ne ho sentite di cotte e di crude. una che a trent'anni mi viene a dire che lei, l'unica cosa che vuole è l'amore. è una vita che cerchi l'amore e non l'hai mai trovato: ti sei mai fatta un esamino di coscenza? ti sei mai chiesta "come mai?"?
Possibile che la gente si fissa a tal punto su una persona, su un sentimento tanto da rinunciare a stare con gli amici per questo? capisco a 18 anni, capisco il primo amore, ma a trent'anni, si possono fare queste scelte? si può abbandonare tutto per l'amore? un amore che poi non si sa nemmeno se funziona, se avrà un futuro???rimango a bocca aperta davanti a questi discorsi. alcune volte mi sembra di essere l'unico ad averci capito qualcosa. mi sembra così stupido vivere per l'amore. abbandonare tutto e tutti per un batticuore, per una scopata (... e scusate la volgarità...). mandare il mondo a fncl solo per poter dire "ho la donna!", "ho l'uomo!". quando al mare, dopo un bicchiere di troppo ne abbiamo parlato, e mi sono sentito dire che l'unica cosa che a me manca è l'amore... quasi le scoppio a ridere in faccia! l'amore??? io non voglio l'amore. io voglio star bene con me stesso e con il mondo. io voglio non dipendere da nessuno. voglio essere libero. non voglio pensare per due, non ho nè tempo nè voglia, nè la pazienza...
non ho la testa per una storia.
e tu, mi vieni a dire che mi manca solo l'amore?
tu che non l'hai mai avuto e non sai nemmeno cosa significa mantenere in piedi un rapporto a due...???

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Chi è il pedofilo

Molto spesso si fa il grave errore di pensare al pedofilo come un uomo solo, di età avanzata, poco colto o del tutto ignorante.
È fondamentale sottolineare che la maggior parte degli autori di questo reato è costituita da persone tra i 30 e i 35 anni, appartenenti a tutte le classi sociali, persone che sono conosciute dalla vittima come amici di famiglia, insegnanti, parenti: persone di cui il piccolo si fida.
Come affermano numerosi autori e come approfondito dalla letteratura specializzata, spesso i colpevoli sono proprio i genitori o comunque i membri della nucleo familiare. Purtroppo molto spesso in questi casi si tende troppo spesso a minimizzare o a negare del tutto l’accaduto pur di mantenere stabile l’integrità della famiglia stessa.
La pedofilia è, dunque, caratterizzata da un vero e proprio clima di negazione a livello micro e macro sociale. Gli stessi pedofili negano, sorvolano e minimizzano le proprie responsabilità costruendo intorno al loro comportamento (idealizzandolo) una filosofia morale personale.
Il pedofilo è tale poiché desidera raggiungere la soddisfazione sessuale e ritrovare la fiducia nelle proprie capacità sessuali attraverso il rapporto con i bambini. Non si sente ‘malato’, tanto che difficilmente si rivolge ad uno psicologo per essere curato, ma sostiene di voler educare il bambino, di procurargli piacere e/o che la vittima è sessualmente provocante (cosa ripetuta anche nella pedopornografia).
L’approccio psicodinamico sottolinea alcune caratteristiche del soggetto pedofilo o comunque perverso:
  • l’immaturità affettiva, contraddistinta da impulsi sessuali definiti dall'urgenza e da un tipo di affettività egocentrica e non adattiva
  • l’identificazione deficitaria: il processo di identificazione non appare acquisito o è deficitario e insoddisfacente rispetto alla realtà
  • relazioni interpersonali instabili e inadeguate
Parliamo, dunque, di una personalità compromessa nella sua evoluzione, in difficoltà nei rapporti e nella comunicazione con le figure adulte: il rapporto con gli adulti si manifesta all’insegna dell’angoscia di prestazione e le richieste appaiono inappagabili. Variabili sessuali e non sessuali convergono nel configurare l'eziologia complessa dei comportamenti pedofili. La pratica clinica riferisce che la storia del pedofilo è sovente segnata da sofferenze, rimosse e negate, derivanti da violenze sessuali e maltrattamenti subiti durante l'infanzia, e, in ogni caso, da circostanze traumatiche di umiliazione, avvertite con profondi sentimenti di odio. Il desiderio di vendetta trasforma la perversione in una condotta che permette al pedofilo di rinnovare l'antico trauma infantile, assumendo però il ruolo del persecutore. Anche quando nella pedofilia non c’è violenza, l’oggetto sessuale viene comunque deumanizzato, diventando attraente ed eccitante non tanto per quello che è ma per quello che rappresenta, ossia un oggetto tramite cui prendersi una rivincita rispetto al trauma subito nell’infanzia.
Le preferenze sessuali dei pedofili sono in genere molto vaghe (poco importa il sesso della sua vittima) e solitamente si limitano a spogliarla, guardarla, masturbarsi in sua presenza, toccarla con delicatezza e carezzarla. Altri, invece, sottopongono la vittima ad atti sessuali molto più invasivi. Come precedentemente accennato, tali attività sono giustificate dal soggetto pedofilo come forme di educazione per il bimbo che ne ricava, anch’egli, piacere sessuale. Tra i comportamenti sessuali inusuali più gravi (se vengono valutati alla luce delle conseguenze per l'oggetto amato), possiamo trovare annoverati la pedofilia ed il sadismo, ma anche tutte quelle scelte sessuali che prevedono fantasie e atti di esibizionismo, travestimento, voyeurismo o masochismo.
Non se ne parla molto spesso ma il fenomeno della pedofilia al femminile esiste e, contrariamente a quanto si pensa, complice la mancanza d’informazione, la parafilia colpisce anche le donne, contraddicendo il tradizionale giudizio clinico che ha sempre sostenuto la
rarità delle perversioni nelle donne.
Le cause scatenanti per la pedofilia femminile possono essere la separazione, l'abbandono o la perdita; alcune donne hanno subito abusi da bambine e l'esasperazione nell'attività sessuale pedofila e' riconducibile al tentativo di vendetta sugli uomini, per fare riemergere la propria femminilità. Dal ruolo "passivo" che l'ha vista vittima e sottomessa - non avendo una propria autonomia economica e sociale fino ad alcuni decenni fa e quindi costretta a nascondere tale aspetto perverso della sessualità - la donna tenta in tal modo il riscatto ed una propria affermazione in un ruolo "attivo", grazie alla rivoluzione sociale che la rende così indipendente e libera. Anche in questo caso la maggior parte degli abusi avviene all'interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi.

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