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Come fare la cacca in un bagno pubblico e sopravvivere per poterlo raccontare


Sottotitolo alla Focus: Quattro mura, una tazza, qualcosa di cui sbarazzarsi. Pochi ingredienti per una delle abitudini più diffuse: fare la cacca. Fuori casa.
Nel corso della mia vita non ho mai incontrato nessuno (ma proprio mai) che dicesse di sedersi sulla tazza di un bagno pubblico così come fa su quella di casa sua. A mio avviso le principali spiegazioni sono tre:
  1. Nessuno osa sedersi per paura di beccarsi qualche malattia
  2. Nessuno osa dichiarare pubblicamente che si siede su quella tazza
  3. Nessuno è mai sopravvissuto abbastanza a lungo per poterlo raccontare
Qualcuno potrebbe rimetterci la pelle. Ho il dovere civico di fare un post sull’argomento.
Nota per i bambini fino ai 24 mesi che stanno leggendo: BAMBINI, NON FATE QUELLO CHE LEGGETE IN QUESTO POST: POTRESTE CADERE NEL CESSO!

Ci sono fondamentalmente tre scuole di pensiero sul “sedersi” e sono le seguenti:
scuole-di-pensiero-water.gif
(Sì, mi sono improvvisato vignettista)
Per scendere nei dettagli ci serviremo di alcuni vecchi filmati in bianco e nero. Trattandosi di riprese amatoriali la qualità non è delle migliori.
1) LA SOSPENSIONE:
TELECAMERA NASCOSTA
sospensione.gif
E’ una delle tecniche più diffuse. E’ anche l’unico momento della mia vita in cui faccio un po’ di ginnastica. Come vedete, consiste nel rimanere col fondoschiena sospeso in aria.Difficoltà principali: mantenere l’equilibrio, fare in fretta, centrare la tazza, NON TREMARE.

2) LA RANA:
TELECAMERA NASCOSTArana.gif
Consiste nell’usare una tazza normale come se fosse quella di un bagno turco(come se si facesse la cacca a terra). Si sale con entrambi i piedi sui bordi e ci sirannicchia. Solo per veri esperti. Vediamo che l’uomo nel filmato riesce a mantenere un buon equilibrio mettendo le mani sotto il mento. Se avete qualcosa nelle tasche dei pantaloni preparatevi a infilare la mano nella tazza. Anche se sembra figa la sconsiglio vivamente perchè è molto pericolosa. Se il vaso cede o scivolate a causa dei liquami (bleah!) potete farvi male sul serio. E a chi di noi piacerebbe essere soccorso coi pantaloni abbassati nel bagno di un autogrill? Be’, a pensarci bene forse a me…
3) LA MUMMIA:
TELECAMERA NASCOSTA
mummia.gif
Come vedete, chi usa la tecnica della mummia è sempre molto rilassato. In molti casi aiuta il deflusso leggendo un bel quotidiano. Come riesca a rimanere tranquillo mentre è seduto sulla Beverly Hills dei batteri non ci è dato saperlo. Non metto in dubbio che non siano brave persone, ma se vi offrono la mano non stringetela. Se non si dovesse capire dal filmato, la tecnica consiste nel mummificare con la carta igienica il tarallo del water. La usano le stesse persone che rivendicano la foresta amazzonica (sì, per farne carta igienica però).
Passiamo adesso a un altro aspetto molto importante e spesso sottovalutato e cioè:
IL BIDET ISTANTANEO
Ha una forte componente educativa: è lì a ricordarti che prima o poi devi fare i conti con le tue azioni. Il BIDET ISTANTANEO è quello schizzo d’acqua (e non solo), detto anche impropriamente rinculo, che ti colpisce il fondoschiena quando lasci cadere nella tazza il pranzo di qualche giorno prima. Con la sospensione e la rana è quasi una sicurezza. Se non lo trovate rinfrescante e volete eliminarlo mettete un pezzo di carta igienica al centro del bersaglio prima di usarlo:
water.jpg
In questo modo avrete anche effetti collaterali interessanti. Ad esempioannullerete il PLOCK! e nei bagni pubblici è una gran cosa visto che spesso sono aperti da tutti i lati (a proposito, stanno esagerando. Tra poco dovremo farla dietro la porta di un saloon del vecchio west). Un altro effetto è quello di eliminare la sgommata ma non credo che in questa circostanza ve ne freghi molto.
Se poi, oltre al PLOCK!, volete eliminare TUTTI i rumori e minimizzare la puzza tirate lo sciacquone DURANTE il fatto. Ci vuole un po’ di allenamento per i tempi ma il risultato è eccezionale. E’ utile anche quando andate in bagno in appartamenti non vostri e non volete lasciare un brutto ricordo. Io lo faccio anche a casa mia perchè mi dà un maggiore senso di pulito. E vaaai col consumismo!
UN’ULTIMA NOTA
Se non vi siete portati un pacchetto di fazzoletti di carta è probabile che vi troviate a combattere con ricevute fiscali o che improvvisiate un bidet nel lavandino. Dio ci liberi da questa immagine. Se invece doveste trovare inspiegabilmente un bel rotolo di carta igienica e avete intenzione di afferrarlo mettendo le dita all’interno, tanto vale che uscendo diate una leccata alla maniglia. Il rotolino di cartone viene toccato da tutti DOPO aver fatto i propri bisogni e PRIMA di lavarsi le mani. Ha analogie con altri tipi di buco. Dovrete prenderlo dalla parte esterna senza stringerlo troppo e farlo scorrere mentre tirate la carta con l’altra mano. Così:

srotolo.jpg
Di cose da dire ce ne sarebbero tante altre e mi scuso se ho illustrato troppe banalità ma se anche una sola di queste servirà a qualcuno per uscire dal tunnel dei cessi pubblici il mio post avrà avuto senso.
Un saluto di cuore a tutti. Adesso però andate a cacare.
Leonardo

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Individuare la Toilet Più Pulita nei Bagni Pubblici


Secondo le ricerche, l’istinto di chi entra in un bagno pubblico è quello di entrare nella toilet più lontana dall’entrata (lo fai anche tu, che leggi con quella faccia da schiaffi). E’ proprio per questo che in genere conviene fare l’esatto contrario, e cioè usare la prima toilet: essendo le meno utilizzata, è anche la più pulita.
Mi viene però un dubbio: come comportarsi quando le porte sono disposte frontalmente? Se sapeste che tutti i bagni di questa foto sono liberi, quale scegliereste d’istinto?

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Come VEDERE meglio AL BUIO


Ci sono trucchi che alcune persone sembrano conoscere dalla nascita mentre altre non colgono nemmeno a novant’anni. Eccone uno.
Tra le cellule che compongono la retina (una sorta di sensore posto sul fondo dell’occhio che si occupa di catturare le immagini e trasmetterle al cervello tramite il nervo ottico), ci sono i coni e i bastoncelli. I primi si occupano di catturare i colori e hanno bisogno di una luce abbastanza forte per funzionare, mentre i secondi sono ignoranti sui colori ma sensibili anche a basse intensità di luce.
Tutta questa teoria potrebbe sembrare inutile, se non fosse che la distribuzione dei due tipi di cellule nella retina non è uniforme. I coni infatti sono presenti con una densità maggiore nella zona centrale, mentre i bastoncelli si sprecano nella zona periferica.
Per farla breve: quando siete al buio e cercate di leggere le lancette radioattive* del vostro orologio, non osservatelo direttamente ma usate la visione laterale. In certe condizioni alcuni elementi che nell’oscurità proprio non riesci a vedere compaiono magicamente non appena sposti anche di poco lo sguardo.
Non fatevi prendere dall’entusiasmo: se state guidando un’automobile di notte accendete i fari.

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Come CHIUDERE bene un SACCHETTO di PATATINE (senza usare nastro adesivo, mollette o altro)


I patatinisti più incalliti sanno quanto sia importante chiudere bene un sacchetto di patatine per preservare la croccantezza degli amati dischetti gialli, evitarne la fuoriuscita e limitare il diffondersi degli odori. Capita spesso però di non avere alcun ausilio per una chiusura coi fiocchi, nè voglia di alzarsi per prendere dello scotch da chissà dove. Da oggi però niente paura: potrete farlo a occhi chiusi in ogni dove.
Notate l’ironica associazione con la sigla della serie televisiva CHiPs (i due poliziotti in motocicletta) il cui nome in inglese significa, appunto, patatine :-)

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Come MOLTIPLICARE le POSSIBILITÀ che ti RESTITUISCANO il PORTAFOGLIO SMARRITO


Richard Wiseman e il suo team hanno svolto un interessante esperimento: si sono procurati 240 portafogli e in alcuni di essi, nell’apposito riquadro di plastica, hanno inserito foto con soggetti variabili (una famiglia felice, un bambino sorridente, un cucciolo ecc.) Dopodiché li hanno abbandonati nella città. L’obbiettivo era capire quante persone, trovando i portafogli, avrebbero deciso di restituirli imbucandoli nella cassetta delle lettere o portandoli a una stazione di polizia.
Volete sapere com’è andata? Prima una fotografia.
Okay. Dei portafogli senza foto, solo il 15% è tornato indietro: circa 1 su 7. Tra quelli contenenti la foto di un bambino sorridente, però, la percentuale era dell’88%:  9 persone su 10 non hanno potuto ignorare l’istinto primario che ci porta a salvaguardare i piccoli, le generazioni future. Una percentuale altissima.Secondo me la gente li rispediva anche perché la foto tornasse ai genitori.
Quindi il consiglio è: stampate la foto di un bel bimbo che ride e inseritela nel vostro portafoglio oggi stesso. Se lo smarrite probabilmente non ritroverete più i soldi, ma avrete ottime possibilità di riaverlo insieme a carta d’identità, patente, bancomat e tutto il resto. State solo attenti a scegliere la foto giusta.
Per i più curiosi, ecco tutte le percentuali di ritorno:
Bambino sorridente: 88%
Cucciolo: 53%
Famiglia felice: 48%
Coppia di anziani: 28%
Ricevuta di versamento a un’associazione di beneficenza: 20%
Portafogli senza foto: 15%
Di tutti i 240 portafogli, ne è tornato indietro il 48%.

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Un metodo per NON FARSI RUBARE il TELEFONINO, la FOTOCAMERA ecc. quando si è in VACANZA


Il valore di alcuni gadget elettronici è spesso molto superiore al loro costo effettivo. Penso a una macchina fotografica digitale che durante un viaggio contiene 300 foto di momenti memorabili, per esempio. O a un telefonino, con tutto il materiale importante e riservato che può contenere. Ci sono tanti sistemi per evitare un furto, ma uno dei più efficaci consiste nel far apparire di scarso valore i nostri preziosi oggetti. Probabilmente per molti si tratta di una soluzione troppo estrema, ma voi rubereste mai una fotocamerache, a uno sguardo veloce, appare così?
Al proprietario sono bastati un po’ di nastro adesivo e qualche pennarello per trasformarla in un vero rottame. Ed è anche un metodo per evitare i graffi, tra l’altro (oltre che per farvi sembrare degli straccioni). Lo stesso concetto può essere applicato anche a oggetti di scarso valore. Un’azienda per esempio ha messo in vendita questo sacchetto, per non farsi rubare il tramezzino nella pausa pranzo o in vacanza:
Oppure possiamo usare il trucchetto per oggetti più costosi, come la propria automobile. In questo caso però il valore percepito non è molto inferiore, senza considerare che dovreste andare in giro con un’auto tremenda. Se però volete provarci senza distruggere la vernice, ci sono questi adesivi:
Per trasformare la vostra bellissima auto in qualcosa del genere:
A mio avviso però molto più efficaci su una bicicletta:
Insomma, il concetto è semplice e può essere applicato a una grande quantità di oggetti che all’occorrenza torneranno nuovi in un attimo: ma non è adatto a tutti, nè a tutte le occasioni. Proprio non vi ci vedo ad andare a un matrimonio con il vetro dell’orologio apparentemente rotto. Si tratta però di uno strumento in più che potrebbe tornarvi utile in diverse situazioni.

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Una regola d’oro per inventare delle scuse credibili


Capita anche ai migliori di doversi inventare delle scuse, a volte a fin di bene. Altre volte invece servono a non peggiorare la situazione, come quando il vostro capo chiede per quale motivo siete arrivati in ritardo e voi iniziate a farfugliare: “La sveglia non ha suonato… e poi c’era molto traffico… comunque non sapevo che stamattina aveste anticipato l’orario…”
Ecco, la regola d’oro è: inventate una sola scusa. In genere chi mente crede che aumentando il numero delle scuse aumenti anche la propria credibilità. In realtà è vero il contrario.
Quindi: “Rossi, perché ha fatto tardi stamattina?”
Risposta: “Ho bucato una gomma.”
Semplice, netto. Tra l’altro se ne inventate solo una potrete anche essere più precisi e studiare qualche dettaglio in anticipo per aumentare la credibilità. State solo attenti a non esagerare: chi mente ha la memoria corta. Se vi chiedo cosa è successo quando avete bucato la gomma non avrete problemi a inventare una storia piena di particolari: ma siete sicuri che riuscireste a ricordarli se ce ne fosse bisogno? Probabilmente fornireste una storia leggermente diversa, oppure rispondereste a una domanda indiretta in maniera contrastante, perdendo per sempre il vostro alibi (e forse anche il lavoro).
Sia chiaro: questo non è un invito a non dire la verità. Il 99% delle volte mentire non porta niente di buono, e nemmeno il vantaggio che se ne trae a breve termine è un vero vantaggio. Se però avete un capo davvero insopportabile o vostra moglie cucina piatti immangiabili, qualche piccola licenza potete anche concedervela (“No, cara, è buonissimo: è che mi fa male il dente del giudizio.”)

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