In Germania esiste una simpatica
organizzazione il cui nome, in italiano, dovrebbe suonare più o
meno così "Fronte di Liberazione dei
Nani da Giardino". Scopo fondamentale
di tale associazione è quello di ridare la libertà ai poveri
Nani che, nelle villette tedesche, fanno da ornamento ai
giardini; i membri di tale organizzazione compiono, nottetempo,
nei giardini privati dei veri e propri blitz che si concludono
con la felice liberazione dei nani in quella che è la loro vera
dimora, il Bosco. Con questo mio articolo vorrei fare qualcosa di
molto simile, ovvero ridare la libertà alle numerose fiabe che
sono state imprigionate da quello che oggi, seguendo ahimè una
triste moda, viene chiamato "politically
correct" o anche una disgustosa
abitudine di adeguare qualsiasi cosa alle esigenze ed ai desideri
del pubblico. In gran parte questa vera e propria storpiatura è
stata perpetuata negli anni dalla Walt Disney che, beninteso pur
regalandoci dei veri e propri capolavori del cinema di
animazione, a cui il sottoscritto è fortemente legato, per i
motivi suddetti ci ha raccontato una serie di frottole, che in
questa sede mi propongo di smascherare.
Per il momento il mio atto di omaggio e
liberazione nei confronti delle fiabe si limita a due delle fiabe
più conosciute dei fratelli Grimm: Biancaneve e Cenerentola. Ma simbolicamente questo mio omaggio è
dedicato a tutte le fiabe del mondo, e chissà che in futuro
questo articolo non possa avere un seguito.
Iniziamo dunque con la favola di Biancaneve.
Voi credete, e lo credevo anch'io fino
a quando non ho letto la versione originale dei Grimm, che la
bella Biancaneve, caduta in una sorta di coma, dopo aver mangiato
la mela avvelenata, venga romanticamente risvegliata dal
passionale bacio del principe azzurro, che tanto a fatto sognare
e sospirare le bambine di tutto il mondo?
Niente di più lontano dalla Verità.
Biancaneve si risveglia, per caso, a
causa di un ben più banale e grezzo incidente. Il principe
infatti, innamoratosi perdutamente della fanciulla adagiata nella
bara di cristallo costruita dai nani, riesce a convincere questi
ultimi a farsi regalare la bara, e dà ordini alla sua servitù
di trasportarla fino al suo castello, ma si sa la servitù non è
più come quella di una volta, cosicchè "...avvenne
che essi inciamparono in uno sterpo e per l'urto il pezzo di mela
avvelenata che Biancaneve aveva inghiottito le uscì dalla gola.
Ella tornò in vita..."
A questo punto si potrebbe pensare,
nonostante la già ben sostanziale differenza, che tutti vissero
felici e contenti.
E invece no.
La chiusura della favola dei fratelli
Grimm ha ben altro sapore, degna del più classico racconto
horror. Si preparano le nozze dei due innamorati, e a queste
viene invitata anche la perfida matrigna di Biancaneve. Ma è
proprio alle nozze che la regina cattiva paga il prezzo per tutte
le sue malefatte (quello del cattivo che muore, o subisce
indicibili sofferenze alla fine della fiaba, è un elemento
spesso presente nelle fiabe, vedi più avanti anche la favola di
Cenerentola), infatti "sulla brace erano
già pronte due pantofole di ferro: quando furono incandescenti
gliele portarono, ed ella fu costretta a calzare le scarpe
roventi e a ballarvi finchè le si bruciarono miseramente i piedi
e cadde a terra morta."
Se, poi, i fratelli Grimm ci informano
che i nani sono 7, nessun accenno è fatto nei confronti dei loro
nomi (e qui bisogna riconoscere il merito alla Disney per la loro
simpatica caratterizzazione, che peraltro è assolutamente
accettabile perchè, ai fini della storia, non comporta modifiche
sostanziali.
Infine, nella versione originale, la
matrigna tenta per ben tre volte di avvelenare Biancaneve prima
di riuscirvi; ci prova innanzitutto soffocandola con un nastro di
seta, poi passandole un pettine avvelenato tra i capelli e solo
alla fine ci riesce con la ben famosa mela.
Altrettanto sostanziali sono le
differenze tra la Cenerentola cinemtografica e quella di carta. Nella
versione originale dei fratelli tedeschi, infatti, non sono
presenti molti dei personaggi presenti in quella che si conosce
comunemente. Non ci sono topolini amici della povera Cenerentola
(sostituiti dai colombi e da altri uccelli), ma cosa più
importante non c'è alcuna traccia della Fata madrina che aiuta
la fanciulla, trasformando la zucca in carrozza, e via dicendo.
Al suo posto c'è un alberello che Cenerentola aveva piantato
sulla tomba della sua vera madre, alberello al quale la
fanciulla, disperata dopo che la matrigna le aveva proibito di
recarsi alla festa data dal principe, si rivolge con queste
parole:
-
- "Alberello datti una scrollata
- fammi d'oro e d'argento tutta agghindata"
La festa tra l'altro si svolge in ben tre giorni. Nei primi due Cenerentola riesce a fuggire senza problemi, con il principe che la insegue invano per scoprire chi fosse mai quella leggiadra fanciulla.
Il terzo giorno, però, Cenerentola correndo perde una delle sue scarpette d'oro (e non di cristallo). La scarpetta viene raccolta dal principe che, individuata la casa di Cenerentola, la fa provare a tutte le ragazze che vi abitano, ovvero le due sorellastre e Cenerentola stessa (quindi il principe non va in giro per tutto il paese facendo calzare la scarpetta a tutte le fanciulle, cosa che sarebbe stata alquanto inutile poichè, per questioni di statistica, almeno un'altra ragazza con lo stesso numero di scarpe di Cenerentola la si sarebbe trovata).
A questo punto entra in scena quella componenete orrorifica (quasi splatter) presente in molte fiabe. La prima sorellastra prova la scarpa ma, siccome è troppo piccola, su suggerimento della madre, si taglia di netto il pollice e riesce così a calzare la scarpetta. Il principe, credendo di aver trovato finalmente la fanciulla che tanto lo aveva affascinato alla festa, la porta verso il suo castello per sposarla. Per la strada, però, i colombi, amici di Cenerentola, fanno notare al principe che dalla scarpa della ragazza scorre del sangue, e viene scoperto così l'inganno.
Stessa cosa si ripete per l'altra sorellastra che per calzare la scarpa si taglia il calcagno.
Alla fine arriva il turno di Cenerentola, alla quale, ovviamente la scarpa calza a pennello, senza bisogno di truculente amputazioni.
Il principe e Cenerentola si sposano e, a questo punto, ancora una volta saremmo tentati di dire "...e vissero felici e contenti.".
E invece no.
C'è ancora il tempo per un finale macabro:
"Quando stavano per essere celebrate le nozze con il figlio del re, ecco che arrivarono le due false sorelle, volevano entrare nelle sue grazie per poter godere della sua fortuna. Quando la coppia entrò in chiesa la maggiore si trovò alla destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra. Allora le colombe cavarono loro un ochhio a testa. Poi, all'uscita, la maggiore era a sinistra e la più piccola a destra e le colombe cavarono loro l'occhio che era rimasto. Così rimasero per tutta la vita cieche, come punizione della loro cattiveria."
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